Abbiamo partecipato con entusiasmo a "chiamata a raccolto",
esponendo una collezione di fagioli che sono Presidi SlowFood, insieme
ad altri provenienti da varie parti di Europa. Volevamo testimoniare la
varietà che esiste, sia tra i tipi riconosciuti più di pregio che tra
altri meno conosciuti e gradevoli: almeno dal punto di vista estetico,
dato che non abbiamo potuto fare degustazioni.
Ovviamente
erano in mostra anche i Gialét, insieme ad alcune varianti
"imbastardite" che sappiamo a volte capitano: questo a far toccare con
mano cosa vuol dire "variabilità naturale", stabilità di una varietà,
rischio di erosione genetica.
Titolo dell'opera: SEMI-NATIVO |
Sono intercorsi tanti scambi vegetali e umani; ecco cosa ci ha inviato l'artista Giorgio Vazza, dell'opera realizzata anche con i gialét donati in occasione di questa giornata di scambio di sementi.
L'installazione rimarrà visibile a Vittorio Veneto presso il Borgo San Michele Salsa fino al 6 gennaio.
I
visitatori hanno la possibilità di prendere i semi per poterli piantare
o scambiare a loro volta, e a questo proposito è necessaria una
responsabile cautela.
I semi di Gialét di quest'anno sono
quasi certamente affetti da un virus della pianta, tragico per gli
effetti sulla coltivazione anche se del tutto innocuo ai fini alimentari
sui semi che le poche piante sopravvissute riescono a produrre
(fortunatamente piante e umani hanno caratteristiche di suscettibilità
diverse).
La situazione è comune agli altri fagioli
della Val Belluna raccolti nel 2012, è pertanto opportuno
specificarlo, riservando la bella pratica della semina in proprio a semi
sani, dai quali crescano piante che emozionino nell'osservarne lo
sviluppo senza diffondere patologie impossibili da curare e costosissime
da estirpare dal territorio una volta insediate.
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